Se non siete tra coloro che vogliono partire per forza ad Agosto, vi proponiamo un itinerario in Marocco che resterà uno dei ricordi più belli della vostra vita. Il periodo ideale per il viaggio è il mese di Settembre, quando il caldo non è più eccessivamente opprimente come per i mesi di piena estate.
Questo è un viaggio sulle tracce di una carovana millenaria da “mille e una notte” attraverso le magiche valli di Draa, Dadès e Ziz in cui i paesaggi si susseguono senza ripetersi in un mosaico strabiliante di colori. Sabbia dorata e altissime dune su cui qualche temerario si avventura facendo surf, gole scoscese tinte di lilla e rosso vivo, oasi da sogno tra l’acqua zampillante e le palme da dattero, profumate macchie rosa e verdissimi giardini e ovunque si stagliano Casbah color ocra, fiabesche cittadelle di terra, villaggi fortificati e ksour dal fascino nascosto.
Ouarzazate , punto di partenza per la Via delle Oasi, esibisce fiera i suoi due tesori, la Casbah di Taourit, le cui altissime torri merlate sovrastano la massa di case rosse addossate sulla collina stepposa dove è facile imbattersi in un fennec , tipica volpe del deserto, o un scinque “pesce della sabbia”. A meno di 30 km dalla città si trova un’altra reggia da fiaba, divenuta, grazie alla sua incantevole bellezza, lo scenario di film famosissimi come “Lawrence d’Arabia” e “Un te nel deserto”. Si tratta di Ait Benhaddou , una splendida roccaforte in sabbia custodita da un immenso campo di mandorli in fiore., dichiarata patrimonio mondiale dall’Unesco.
Proseguendo si giunge alla valle del Draa, un’unica oasi rigogliosa in cui la natura si impone al deserto esaltando i contrasti di colore. Palme dai frutti dorati, cespugli carichi di fiori, colline grigie con picchi e gole, profumati roseti e lo ksour di Igdaoun, con le sue alte torri a forma di piramide mozza. E poi Zagora e ancora Tamegroute con le famose moschee dai tetti di maiolica blu , i minareti bianchi e la prestigiosa biblioteca del XVII secolo che conserva splendidi libri del Corano miniati. Immobile e meravigliosa si erge M’hamid, la porta del deserto, dove al lunedì si svolge uno dei più pittoreschi souk (mercato) del Marocco. Tra i prodotti più desiderati gli splendidi tappeti dai disegni geometrici blu-oro, oggetti in pietra intagliata, vasellame berbero e hennè.
Tra palmenti e giardini la strada attraversa El Kelaa M’Gouna, il più esteso e curato roseto della valle del Dadès. Qui a maggio si celebra la “festa delle rose” durante la quale danze e cortei si succedono sotto una pioggia continua di petali . La lussureggiante vegetazione dell’oasi di Skoura lascia progressivamente spazio alla “valle delle mille casbah ”. Una nota di attenzione merita Azlag, dove 120 fabbri fabbricano magnifici pugnali istoriati da collezione; a seguire l’antica Casbah del Glaoudi misteriosamente in equilibrio su una roccia e la raffinata casbah di Bou Taghrar. La valle prosegue stringendosi in pareti vertiginose fino a trasformarsi nelle gole del Dadès, enormi blocchi di calcare scavati dall’uadi Dadès, che grazie ai giochi di luce del sole appaiono incantate. A meno di 50 km si presenta un altro spettacolo indimenticabile, due scogliere a picco con un salto di oltre 300 metri, separate da uno stretto corridoio largo una ventina di metri.
La valle dello Ziz
Nella valle dello Ziz i corsi d’acqua punteggiano idillici paesaggi in cui si scorgono le figure delle fanciulle dalle trecce adorne di conchiglie, nastri e amuleti o delle donne indaffarate a fare il bucato. Il viaggio prosegue attraverso uno stretto corridoio di blocchi di calcare da cui sbucano, come miraggi, gli ksour e l’incantevole cabash di Ifri, a cui segue la diga di Hassan Addakhil, un immenso specchio smeraldo, orlato di alte palme e alberi da frutto. Dritta davanti agli occhi la porta monumentale di Erfoud , che si apre da una lato sulle palme e i giardini in fiore e dall’altro sull’infuocato deserto. Per raggiungere Merzouga si fa rotta verso il deserto. Per i più mattinieri uno spettacolo davvero imperdibile, aspettare pazienti il disco rosa del sole nascente che appare sulle dune di Merzouga, magari sorseggiando un buon te alla menta in una buona compagnia, quella di se stessi di fronte all’immenso.
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