La Sardegna è la seconda più grande isola del Mediterraneo ben collegata tramite traghetti o via aerea, caratterizzata da una costa frastagliata e rocciosa, intervallata da splendide spiagge di sabbia finissima. Gli ultimi cinquant’anni hanno visto questa isola diventare un punto di riferimento per il turismo. In particolare, la Costa Smeralda nella zona nord è diventata il rifugio preferito delle celebrità italiane e straniere. La costa sarda è tutta dedicata al turismo, ma l’interno è abitato dalle popolazioni autoctone che ancora mantengono i propri costumi, tradizioni storiche e culinarie e le lingue uniche al mondo (una forma di latino classico che è considerato una delle lingue ufficiali). La Sardegna è una delle più antiche terre d’Europa: visitata dall’uomo nomade nel Paleolitico, fu abitata stabilmente molto più tardi in età neolitica, intorno al 6000 a.C. Intorno al 1000 a.C. i Fenici iniziarono a sbarcare sulle coste della Sardegna con sempre maggiore frequenza perché mentre seguivano le rotte commerciali lontane che portavano ad esempio in Gran Bretagna, avevano bisogno di un ancoraggio sicuro per la notte o un rifugio dalle tempeste. Da rifugio per i marinai, la Sardegna divenne in seguito un importante mercato commerciale e, dopo un certo tempo, si svilupparono delle città reali abitate da famiglie fenicie e nuragiche. Col passare del tempo, i sardi divennero uniti nella lingua e nei costumi, ma rimasero divisi politicamente in vari stati tribali più piccoli. Le tribù vivevano in villaggi composti da capanne di paglia rotonde in pietra.
Una tipica abitazione Nuraghe
Nel 509 a.C. l’espansione fenicia nell’entroterra stava diventando sempre più minacciosa e penetrante, tanto che i sardi, per difendersi dai nemici, chiamarono in aiuto Cartagine. I Cartaginesi, dopo una serie di campagne militari, sconfissero i sardi e conquistarono la regione. Per 271 anni, la civiltà cartaginese fiorì a fianco della cultura nuragica locale. Nel 238 a.C. i Cartaginesi, sconfitti dai Romani nella prima guerra punica, si arresero e la Sardegna divenne una provincia di Roma. La dominazione romana in Sardegna durò 694 lunghi anni con diverse opposizioni da parte dei sardi. La partenza dei romani lasciò il caos nell’isola, in balia di predoni Vandali, degli occupanti bizantini e arabi. Nel Medioevo si formarono 4 regni in Sardegna, ma dal 13° secolo, i Pisani e i Genovesi lottarono per diversi anni per il controllo della Sardegna. Alla fine, l’isola fu conquistata nel 1323 dai Catalani-Aragonesi provenienti dal nord della Spagna, che vi rimasero per circa 50 anni. La Sardegna divenne un territorio spagnolo dopo l’unificazione dei regni nel 1479 e, ancora oggi, c’è un’atmosfera ispanica in diverse città della regione. Nei secoli successivi, la Sardegna soffrì molto al momento della caduta del potere spagnolo e, nel 1720, il regno sabaudo italiano prese possesso dell’isola. Dopo l’unità italiana nel 1861, la Sardegna si trovò di nuovo sotto il dominio di Roma.
Foto Pubblico Dominio
La storia della Sardegna ci mostra quanto questa terra sia ricca di commistioni tra popolazioni estremamente diverse, che hanno lasciato la propria impronta nella lingua, nell’architettura e nella cultura dell’isola stessa. Un turista non può che rimanere affascinato da questo mix spagnoleggiante di tradizioni, che si uniscono a quelle delle tribù sarde autoctone che hanno abitato l’isola per millenni, sottomesse di volta in volta alle popolazioni più importanti del Mediterraneo.
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