Avevamo già parlato di Catania, in Sicilia, ora vi mostreremo i 13 monumenti più famosi della città, grazie ai consigli di http://www.vacanzesiciliane.net/catania/ :
Palazzo degli Elefanti e Fontana dell’Elefante
Il Palazzo degli Elefanti sorge in Piazza del Duomo ed è la sede del Municipio di Catania. Eretto successivamente al disastroso terremoto del 1693, la sua costruzione fu affidata all’architetto Giovanni Battista Vaccarini. Il nome del palazzo deriva dai frontoni dei balconi che il Vaccarini adornò con degli elefanti per richiamare lo stemma della città siciliana, ben rappresentato anche dalla Fontana dell’Elefante che sorge al centro della Piazza.
Molto cara ai Catanesi, rappresenta il simbolo della città. La fontana è costituita da un elefante in pietra lavica di epoca romana sul cui dorso è poggiato un obelisco di origine egizia, anche questa, è opera dell’architetto G.B.Vaccarini e rappresenta tre civiltà: la punica, l’egizia e la cristiana.
L’elefante (chiamato dai catanesi u liotru) è il simbolo della sconfitta dei cartaginesi venuti a conquistare la città a cavallo degli enormi pachidermi; l’obelisco, probabilmente portato a Catania dall’Egitto ai tempi delle crociate, apparteneva al Circo Massimo romano e rappresenta appunto la civiltà egizia; la croce, le palme ed il globo, che coronano il monumento, rappresentano la civiltà cristiana. Il liotro deriva il nome forse da quello del mago Eliodoro-Liotru, che lo avrebbe usato come potente cavalcatura.
Teatro greco-romano di Catania
Il Teatro Romano di Catania si trova proprio al centro della città, lungo via Vittorio Emanuele II e a poche centinaia di metri da Piazza del Duomo. Il teatro, realizzato con tutta probabilità a partire da una preesistente struttura greca, è dell’epoca di Roma Imperiale, tra il I e il II secolo d.C. (la sua ricostruzione viene fatta risalire al periodo augusteo). Come molti edifici di età antica, anche il Teatro era realizzato in marmo e pietra lavica, materiali che davano la caratteristica colorazione bianco/nera che è visibile in molti monumenti cittadini.
Oggi solo alcuni elementi dell’antico Teatro Greco-Romano sono visibili, come la cavea, l’orchestra e alcune parti della scena, mentre altri elementi nel corso dei secoli sono stati trasformati in abitazioni. Le parti più basse della struttura, come l’orchestra, sono ancora oggi bagnate dalle acque del fiume Amenano, le cui acque erano un tempo convogliate all’interno del teatro per dare vita a scenografici spettacoli e battaglie navali.
Castello Ursino
Il Castello Ursino è un’antica fortezza medievale fatta costruire da Federico II di Svevia, risalente alla fine del XIII secolo. La fortezza, fu per molto tempo una delle residenze preferite dai viceré e dai sovrani spagnoli ed ebbe un ruolo primario nelle vicende dei Vespri siciliani alla fine del 1200. Oggi il Castello Ursino, di proprietà pubblica, ospita il museo civico della città di Catania.
Cattedrale
La Cattedrale di Sant’Agata, Duomo della città di Catania, è uno dei luoghi di culto più frequentati dai visitatori provenienti da ogni parte d’Italia ma soprattutto dai catanesi, devoti alla Santa, martire e protettrice della città. Edificata all’inizio del millennio scorso, la Cattedrale è stata più volte devastata da terremoti ed eruzioni vulcaniche per poi essere rimessa a nuovo nel 1711, così come appare ancora oggi dalla piazza antistante.
L’interno si presenta a croce latina e a tre navate; cinque altari separati conducono al monumento funebre in marmo riccamente decorato del vescovo dell’ultima ricostruzione, monsignor Pietro Galletti. In fondo alla navata di destra, separata da un cancello in ferro battuto, infine, c’è la Cappella di San’Agata, nella quale possiamo trovare le reliquie della Santa perfettamente conservate in pezzi separati.
La Basilica Collegiata
La Basilica Collegiata, costruita nel 1768 ad opera dell’architetto S. Ittar, conserva al suo interno affreschi dello Sciuti e quadri del Sozzi. Originariamente, fù chiamata chiesa di S. Maria dell’Elemosina, ed era il riferimento religioso delle famiglie patrizie. Venne denominata Collegiata nel 1446, con la costituzione di un capitolo di preti, che rivendicava autonomia dallo strapotere del vescovo. Dopo il terremoto venne ricostruita su progetto di Angelo Italia, ma esattamente a rovescio, con l’attuale orientamento e la facciata sulla via Etnea. Questa nuova collocazione consentiva alla chiesa di affacciarsi sulla via più larga e importante di Catania.
La facciata, opera di Stefano Ittar, rappresenta il meglio del tardo barocco catanese. Poggia su un podio sopraelevato preceduto da una larga gradinata; il portone centrale e gli ingressi laterali sono incorniciati da sei colonne con eleganti capitelli corinzi. L’arco del nicchione centrale è sormontato da un’aquila con le ali spiegate; ai lati sono due angeli che reggono una tromba. Nelle altre nicchie sono le sculture con S. Pietro e S. Paolo. L’interno è a tre navate riccamente decorate, addossati ai pilastri sono alcuni medaglioni e, all’interno della chiesa sono custodite grandi tele che raffigurano S. Euplio e S. Apollonia e un Martirio di S. Agata. Il presbiterio è un coro ligneo formato da 36 stalli.
Palazzo S. Demetrio
A Poche decine di metri dalla Collegiata, salendo per via Etnea, si arriva ai “Quattro Canti”. Sulla sinistra troviamo Palazzo S. Demetrio, il primo ad essere ricostruito dopo il terremoto del 1693, ricchissimo di decorazioni in pietra bianca. Il palazzo fu il primo a risorgere, dopo il terribile terremoto che nel 1693 distrusse per intero la città di Catania, per volere del Barone di San Demetrio, Don Eusebio Massa, il quale nel 1694 pose nell’androne del nuovo edificio un’epigrafe a ricordo del terremoto e come buon auspicio per il futuro.
Notevoli cambiamenti sono stati apportati nel corso dei secoli all’edificio, in particolare con la costruzione di un nuovo palazzo nel XIX secolo, che ha inglobato il precedente, del quale però non fu intaccata la facciata sulla via Etnea e sull’angolo dei Quattro Canti.
Badia di Sant’Agata
Gioiello barocco, la chiesa Badia di Sant’Agata fu edificata da Giovanni Battista Vaccarini sulle rovine dell’antica chiesa dedicata alla santa. L’interno, piuttosto sobrio e austero, non ha dipinti alle pareti ma solo statue e mosaici sui pavimenti.
Fontana del Ratto di Prosperina
È un monumentale gruppo scultoreo in cemento, opera di Giulio Moschetti (1849-1909), raffigurante la dea Proserpina che viene rapita da Plutone su di un cocchio trainato da sirene e cavalli.
La fontana è ubicata in piazza Giovanni XXIII, adiacente la stazione ferroviaria di Catania. Chiamato nel 1883 dall’architetto Carlo Sada per decorare il Teatro Massimo (scolpì anche le statue della Tragedia e della Commedia poste sul frontone del Bellini), agli inizi del secolo Moschetti ricevette dall’amministrazione comunale l’incarico di realizzare la grande fontana nella piazza della stazione. L’opera venne ultimata nell’aprile del 1904.
Raffigura Plutone, dal volto corrucciato, sul suo cocchio tirato da cavalli e sirene, mentre strappa alla terra Proserpina, figlia di Zeus e di Demetra. Il gruppo è al centro di una grande vasca (alla fine del 1979, é stata dotata di un impianto idrico per l’alimentazione degli zampilli che, disposti a corona attorno al monumento, formano, soprattutto di sera, insieme con l’impianto di illuminazione, un vivacissimo gioco di acqua e colori).
Casa-Museo Giovanni Verga
La casa in cui visse gran parte della sua esistenza e morì nel 1922 il grande scrittore catanese Giovanni Verga. Al suo interno sono custoditi cimeli, manoscritti e momenti di vita vissuta dello scrittore Verista catanese.
All’interno di questo palazzetto ottocentesco si può rivivere l’atmosfera suggestiva della Catania del secolo scorso, passando attraverso tutte le stanze che una volta erano occupate dalla famiglia Verga: la sala d’ingresso, il salotto, la biblioteca, due camere da letto, un salottino e la sala da pranzo collegata alla cucina nel piano superiore mediante uno scendivivande.
Tutte le camere conservano intatti mobili,quadri, sculture, manoscritti, libri, abiti… Tutto rimanda inevitabilmente allo scrittore ed alla sfera personale dei suoi affetti e della sua quotidianità.
Cappella Bonajuto
La cappella Bonajuto, eretta nell’alto medioevo, si trova all’interno dell’omonimo palazzo, nel popolare quartiere della Civita. E’ uno dei pochi monumenti bizantini rimasti in piedi a Catania. La cappella, con pianta quadrata a croce greca, è stata restaurata intorno al 1930 da Paolo Orsi e Sebastiano Agati.
Oggi viene frequentemente utilizzata per mostre e concerti. Altra particolarità è che per accedervi, bisogna scendere di 2 metri al di sotto del livello della strada.
Palazzo Biscari
Costruito nel ‘700, vanta ben 160 metri di prospetto. Palazzo Biscari è il più grande edificio barocco della città di Catania. Fu completato nel 1763 su progetto di Francesco Battaglia, in stile eclettico perché frutto di vari architetti. Si trova nel cuore della città, e i suoi saloni affrescati mantengono ancora oggi intatti fascino ed eleganza, ponendosi come splendido scenario per occasioni importanti quali concerti, meeting, ricevimenti. Da non perdere, la deliziosa scala a chiocciola che porta al piano dei musicisti.
Porta Garibaldi
Costituita da un arco trionfale nel 1768, progettato da Stefano Ittar per celebrare le nozze di Ferdinando IV di Borbone con Carolina d’Austria. La porta, dedicata a Garibaldi, è un monumento molto amato dai catanesi, che lo chiamano familiarmente “U furtino” (Il Fortino) perché viene associato al precedente fortino del duca di Ligne, di cui ormai rimane solo una porta nell’adiacente Via Sacchero.
La porta, faceva parte di uno dei pochi tentativi di organizzare lo spazio secondo un progetto articolato e scenografico insieme. Il progetto originale, infatti, comprendeva due piazze simmetriche con un tridente di strade convergenti verso la porta ed edifici ai lati.
Oggi la piazza e i luoghi adiacenti sono del tutto diversi e dell’idea iniziale sono rimasti due edifici gemelli ai due lati di Via Garibaldi, e la porta, col caratteristico gioco bicolore della pietra bianca alternata al nero della lava, e i simboli ornamentali. Fu un regalo di nozze dei catanesi al matrimonio tra Carolina d’Austria e il re Ferdinando IV, infatti viene chiamata anche come porta Ferdinandea.
Terme dell’Indirizzo
Risalenti al II secolo d.C., sorgono nel quartiere barocco della città. Il nome deriva dal vicino Convento carmelitano dell’Indirizzo, così chiamato in ricordo di un miracolo che avrebbe salvato la vita al viceré Pedro Téllez-Girón nel 1610. Il sovrano spagnolo, imbattutosi in una tempesta notturna mentre rientrava in città, riuscì a salvarsi grazie a un lume lasciato acceso come voto nel convento, che lo “indirizzò” verso il porto permettendogli di mettersi in salvo.
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