Verona è universalmente conosciuta per essere la città dell’amore, lo scenario della tragedia di Romeo e Giulietta, ma in pochi forse sanno che è anche la città di Dante, un luogo che conserva nella sua storia e nella sua urbanistica molte tracce del sommo poeta.
Così se avete deciso di trascorrere un fine-settimana in questa bellissima città e avete già provveduto a organizzare il viaggio e a prenotare una stanza presso uno dei tanti hotel Verona, allora potrebbe essere interessante ripercorrere i luoghi che sono stati cari al più grande poeta italiano, Dante Alighieri.
Cacciato da Firenze nel 1032, Verona fu per Dante il “primo rifugio” e il “primo ostello” e non poteva essere altrimenti visto che questa città risultava assolutamente perfetta per l’esule. All’apice della fama e della ricchezza, anche grazie alla signoria Scaligera, Verona era diventata in quegli anni anche un vivido e fervido polo culturale, guadagnandosi la fama di città-rifugio per i tanti poeti e artisti coinvolti in dispute di carattere politico.
Il “ghibellin fuggiasco” ricevette quindi da Verona un’ottima accoglienza, il che permise a Dante di trascorrere in questa città ben 7 anni, vale a dire ben la metà dell’intera durata del suo esilio.
Prima tappa dei luoghi di Dante a Verona è S. Fermo, chiesa che in quegli anni era sottoposta a restauro e alla quale Dante si affezionò molto vista la sua particolare devozione a S. Francesco e alla visione della vita che i Francescani predicavano e che volevano incarnare proprio nel nuovo aspetto della chiesa.
Altro luogo dantesco di grande importanza è la Porta dei Leoni, situata al vertice del cardine massimo, vale a dire della direttrice che insieme al decumano massimo da vita al tracciato romano della città. La Porta dei Leoni era particolarmente apprezzata da Dante che nutriva un particolare interesse per l’architettura romana, della quale Verona seppe conservare molti reperti oltre alla Porta.
Impossibile sarebbe poi non includere nell’iter dantesco anche la Casa di Giulietta; lo stesso Dante nel canto VI del Purgatorio recitava: “Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, /Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura, /color già tristi, e questi con sospetti” invitando l’imperatore Alberto d’Austria a verificare la sfortunata sorte in cui versava l’Italia e di cui Verona veniva assunta ad emblema a causa delle continue lotte tra i Montecchi e i loro avversari.
La Casa dei Montecchi, insieme al quartiere dei Montecchi, rappresentano quindi per Dante la triste e sconsolata realtà dell’Italia dei suoi anni, una realtà senza speranze e sogni alla quale il poeta fiorentino contrappone le speranze del futuro, simboleggiate dalle Arche Scaligere e dal Palazzo di Cangrande.
Da vedere è poi ovviamente anche la statua di Dante posta al centro della Piazza dei Signori sulla quale si stagliano anche i palazzi Scaligeri, che Dante frequentava assiduamente. Il vostro itinerario sulle orme di Dante prosegue poi alla volta di Piazza Erbe, da sempre centro economico e commerciale della città; qui Dante era solito recarsi per ammirare la bellezza dei monumenti ma anche per ammirare il rumore e la giovialità del mercato cittadino.
Tra le ultime tappe vi segnaliamo la Chiesa di S. Anastasia, altro esempio di architettura gotica particolarmente apprezzato dal poeta, la piazzetta Brà Molinari e il Chiostro canonicale, luogo di incontro di pensatori e poeti dove Dante era solito recarsi spesso anche per ammirare i codici di Giustiniano.
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